Sofficini Findus: le pubblicità degli anni 80.

Ci avete provato tutti, vero? Disegnare un sorriso sui Sofficini come nella pubblicità è stato il sogno di molti ragazzini. Intere generazioni di giovani hanno tentato l’impresa impossibile…e alcuni continuano anche da adulti. Come è nato questo mito? Scopriamolo insieme ripercorrendo la storia degli spot dei Sofficini Findus negli anni 80, con uno sguardo anche al prima e al dopo.

Nati negli anni 70

Su internet si riporta spesso il 1975 come anno di nascita dei Sofficini, ma documenti ufficiali dell’ufficio Marchi e Brevetti indicano che la registrazione del marchio venne richiesta nel 1969 e approvata nel 1972. Questo anno è indicato anche da altre fonti come data reale di lancio sul mercato.

Diffidenza rispetto ai surgelati

Negli anni 70 gli alimenti surgelati erano prodotti ancora relativamente nuovi: erano arrivati sul mercato solo dieci anni prima e la “catena del freddo” che ne permetteva la conservazione e la vendita era stata introdotta solo nei supermercati, che al tempo erano diffusi solo nei grandi centri. La pubblicità serviva quindi a eliminare dal pubblico la diffidenza nata dalla preferenza per gli alimenti freschi. I Sofficini venivano quindi presentati come un’alternativa gustosa e innovativa ai piatti tradizionali.

Il piatto che libera dall’abitudine

Il primo slogan è “Il piatto che libera dall’abitudine”. L’idea parte dalla noia della routine quotidiana, che può essere in qualche modo scardinata da una novità a tavola. I Sofficini entrano nelle case degli italiani attraverso i Caroselli con due serie: la prima, “Comiche d’altri tempi” del 1975 e la seconda, “Il solito” del 1976 con protagonista Enzo Garinei. Nelle immagini dell’episodio “Ufficio” si può scorgere anche un giovanissimo Umberto Smaila.

L’alternativa appetitosa

La campagna del 1977, ormai fuori dall’epoca di Carosello, continua sulla linea già tracciata in precedenza: il Sofficino come piatto che rompe la monotonia e ogni tanto porta un gusto diverso in tavola. In sottofondo è presente per la prima volta una musica originale con una melodia le cui note rimarranno per più di 10 anni, arrivando inalterate fino al motivetto storico “Il Sorriso che c’è in te”.

Fantasia nel secondo

Nel 1979 la musica è ancora più presente: il jingle “Sofficini” si arricchisce con l’esclamazione “Brava!”.

Anni 80: Il buon secondo col ripieno

Nel 1981 lo slogan cambia ancora, per rimanere inalterato per ben cinque anni. I soggetti di questa campagna sono diversi e in uno di questi compare anche Giancarlo Muratori, che qualche anno dopo sarebbe diventato l’indimenticabile voce di Uan. C’è un jingle diverso: “Sorpresa, per secondo una sorpresa, sorpresa sofficissima sorpresa…”

Perchè non li fai più spesso?

Nello spot del 1983, in una scena familiare, una mamma è a casa con i suoi bambini. L’assenza del padre trasforma una situazione normale nell’occasione per un pranzo alternativo con i Sofficini. Ma all’improvviso anche il papà torna a casa e si unisce alla famiglia. In sottofondo, torna la melodia introdotta del 1977.

Metti in tavola un sorriso

Nel 1984 arriva sugli schermi uno spot in cui la musica è di nuovo protagonista. Il motivetto storico viene sviluppato in una canzone completa e, per la prima volta, compare l’idea del sorriso disegnato sui Sofficini.

Il Sorriso che c’è in te

Sin dalla loro nascita, gli spot Sofficini avevano avuto come protagonista la famiglia stereotipata: il papà in giacca e la cravatta anche a tavola (una cosa che nella realtà non succedeva più da anni nelle famiglie italiane), uno o due figli, moglie perfetta e rigorosamente casalinga. Si cercava cioè di inserire una novità nella tradizione, senza sconvolgere troppo. La svolta arriva nel 1986, con la campagna che cambia definitivamente la percezione dei Sofficini nel pubblico e ne decreta il successo che ha ancora oggi. I protagonisti dei soggetti, tutte coppie, sono innovativi rispetto alle campagne del passato: sono nuclei familiari “non tradizionali”:

  • una coppia senza figli, l’uomo ha la barba
  • due donne, sorelle e non sposate, che vivono insieme
  • mamma e figlio, senza papà
  • il rockettaro e sua mamma
  • mastro geppetto e pinocchio

Regista di questi spot fu Enrico Sannia. Molto stimato e amato da tutti gli addetti ai lavori, ha portato modernità nella pubblicità televisiva italiana, che era ancora imprigionata in una dimensione provinciale.

Il Sorriso che c’è in te, serie 1991

Il grande successo della campagna porta nel 1991 alla nascita di nuovi soggetti, tutti accomunati dal “Sorriso che c’è in te”. Negli stessi anni viene realizzata una importante serie di gadget, i Sorrisini, action figures di personaggi a forma di Sofficino.

Il Sorriso che c’è in te, serie 1993 con i vip

Nel 1993 la campagna Sofficini continua ad evolversi sulla falsariga delle precedenti, con l’introduzione di testimonial famosi come Gene Gnocchi, Giorgio Faletti, Teo Teocoli, Massimo Boldi.

Le famiglie del sorriso e Carletto

Nel 1995 cambia tutto, di nuovo. I testimonial sono orsi, serpenti, canguri, polipi, pappagalli, camaleonti. Sono “le Famiglie del Sorriso”, delle quali il personaggio più famoso è Carletto, il giovane camaleonte che diventerà inizialmente mascotte dei Sofficini e poi verrà utilizzato come figura di unione di una linea di prodotti surgelati affini ai Sofficini.

Si ringraziano Fabrizio Russo, Emmanuel Grossi e Maurizio Badiani per la fornitura delle informazioni alla base di questo contenuto.